Il rimmel, googlare… Kindle?
La maggior parte di noi associa la navigazione in rete a “googlare”, chiama il mascara per gli occhi “rimmel” e l'editing delle nostre foto è ormai diventato “photoshoppare”'. Quello che ogni tanto dimentichiamo è che questi verbi o nomi sono in realtà marchi. Marchi che si sono infiltrati nelle nostre vite e le e hanno influenzate così tanto da rendere il loro stesso nome sinonimo del loro prodotto o del loro uso.
La vera domanda è: perché succede? È un bene per gli affari? Quale potrebbe essere la prossima azienda a diventare un verbo o un nome?
Verbizzando
Il nostro modo di parlare cambia costantemente. Le parole entrano ed escono dai nostri vocabolari, spesso senza che ci sia la possibilità di accorgersene. Non diciamo più "sagittabondo" o "tornagusto", ma sappiamo quando qualcosa è "cringe" o un "meme". Quando un marchio si trasforma in un verbo o un nome, avviene seguendo quel processo naturale. È anche un riconoscimento di quanto quel marchio sia diventato importante nelle nostre vite.
Ad esempio, negli Stati Uniti, la compagnia produttrice di aspirapolveri Hoover, ha dominato il mercato a tal punto da far sì che la gente iniziasse a usare il termine “to hoover” come sinonimo di “to vacuum” per indicare le pulizie fatte con l’aspirapolvere. Questo ha aiutato enormemente l'esposizione mediatica dell'azienda, tant’è che ogni volta che qualcuno parlava della pulizia della propria casa, finiva essenzialmente per fare marketing gratuito per Hoover. Hoover ha beneficiato parecchio della brand equity, cioè uno dei modi in cui si misura il valore di un marchio. I marchi con un'alta brand equity riescono a far pagare di più i loro prodotti, perché la gente li associa alla qualità.
L'esempio più famoso è Google. L'azienda ha conquistato l'affetto di tutto il mondo attraverso il suo algoritmo di ricerca superiore a qualunque concorrente, concentrato sulla popolarità dei siti piuttosto che sulla semplice corrispondenza delle parole chiave. Questo ha permesso al gigante tecnologico di costruire un marchio associato a risultati di qualità e facilità d'uso. Non ci è voluto molto tempo prima che Google diventasse il leader del mercato dei motori di ricerca e "googlare" diventasse un termine ampiamente usato, creando un branding basato sul passaparola e in grado di assicurare il continuo dominio dell'azienda. Il verbo Google è stato aggiunto per la prima volta all'Oxford English Dictionary nel 2006.
In breve, quando i marchi diventano verbi o nomi, l’essenza del prodotto si traduce direttamente in ciò che il marchio fa e indica che il prodotto è ormai ampiamente accettato dal pubblico. Questo verbo favorisce una connessione emotiva e, come tutti sappiamo, le emozioni guidano il processo decisionale.
Kindle?
È difficile prevedere quale sarà il prossimo marchio che si trasformerà in un verbo o in un nome. È un processo naturale, e tentare di farlo accadere in modo forzato porta di solito al fallimento. Vi ricordate quando Microsoft ha cercato far diventare “bingare” un verbo?
Ma ci sono nomi di oggetti e compagnie che stanno pian piano venendo integrate nella vita di tutti i giorni. Un candidato è il Kindle di Amazon.
Nel novembre del 2007 Amazon ha rivoluzionato il mondo del'editoria, lanciando il primo modello di Kindle, il lettore di libri digitali che ha cambiato il modo in cui ci approcciamo alla lettura. Oggi la famiglia Kindle si è allargata e comprende diversi modelli di lettori ebook e tablet di diverse dimensioni, senza contare la miriade di aziende che si è lanciata nel mondo della produzione di strumenti digitali per la lettura. Eppure, per molti, ogni volta che si parla di un qualsiasi lettore ebook, si parla di Kindle.
Il prossimo oggetto pronto a fare il grande passo
Il mondo in cui viviamo viaggia ad una velocità impressionante e, ogni giorno, assistiamo all’introduzione nella nostra vita di oggetti di cui prima non potevamo neanche immaginare l’esistenza.
Amazon è una compagnia caratterizzata da un modello di business straordinario, ma il Kindle rappresenta il primo oggetto mai prodotto dall’azienda ad essere capace di entrare nelle case dei consumatori e cambiare sostanzialmente le loro abitudini. Se l’adattamento del nostro linguaggio continuerà seguendo la strada intrapresa fino ad ora, saremo in grado di scoprirlo solo più avanti. Nonostante gli svariati competitor nel settore dei dispositivi di lettura digitali, il Kindle (per ora) resta l’ebook per eccellenza. Arriverà il momento in cui il dizionario Zanichelli sceglierà di introdurre Kindle nella lista delle nuove parole? Per scoprirlo, non ci resta che aspettare.