Quali sono state le più grandi IPO della storia?

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Qual è il momento più importante nella vita di un'azienda? La sua creazione? Il primo vero profitto? O forse è il giorno della sua quotazione in borsa? Questo giorno, pianificato per molti mesi o addirittura anni, è un vero e proprio rito di passaggio. Quali sono state le più grandi IPO nei mercati statunitensi e come se la sono cavate queste aziende da lì in avanti? Facciamo un salto nella nostra macchina del tempo per scoprirlo.

Alibaba, il gigante cinese: 22 miliardi di euro

Chi è?

A meno che tu non abbia passato gli ultimi anni in una caverna, ci sono poche possibilità che tu non abbia sentito parlare di Alibaba. Il gigante cinese, fondato dall'estroso Jack Ma, ha esteso il suo business in qualunque settore, dal commercio online ai i metodi di pagamento, per arrivare all'intelligenza artificiale e alla creazione di contenuti.

Com'è andato il primo giorno?

La mattina del 14 settembre 2014, nel giorno della sua quotazione in borsa, un'azione di Alibaba valeva 68 dollari. Alla fine della giornata il suo valore era salito del 38% a 93,89 dollari.

Dopo un anno

Dopo un buon inizio, con un aumento costante nei primi due mesi, le azioni di Alibaba hanno raggiunto un valore di 119 dollari il 10 novembre 2014. Tuttavia, nei mesi successivi è sceso un po'. Nel settembre 2015, un anno dopo la sua IPO, le azioni di Alibaba valevano solo 65,75 dollari, in calo del 3,3% rispetto al prezzo dell’IPO.

E adesso?

Durante gli anni successivi, Alibaba ha visto una progressione quasi costante fino al gennaio 2020, quando le azioni hanno raggiunto il loro valore massimo a 230 dollari, un aumento del 238% rispetto al debutto in borsa. Da allora però, sono calate. Il 9 novembre 2021, poco più di 7 anni dopo l'ingresso di Alibaba nei mercati statunitensi, il prezzo delle azioni era di soli 160,19 dollari, un aumento del 135,6% rispetto al giorno dell’IPO.

General Motors, this is America: 17.7 miliardi di euro

Chi è?

L'America stessa. O per lo meno, uno dei suoi simboli più importanti. Chevrolet, Buick, Cadillac: tutti questi nomi sono sinonimo di viaggi su strada attraverso le grandi pianure americane, ma sono anche tutti marchi appartenenti al gruppo General Motors. In poche parole, General Motors (GM) è la rappresentazione dell'automobile americana. L'azienda che oggi vediamo quotata in borsa non è esattamente la stessa che venne fondata nel 1908. Quest'ultima ha dichiarato bancarotta nel 2009 prima di risorgere dalle sue ceneri e fare ritorno nel 2010.

Com'è andato il primo giorno?

All’apertura dei mercati il 18 novembre 2010, le azioni della General Motors hanno inziato ad essere scambiate alla cifra di 33 dollari. Alla fine della giornata, il titolo valeva 34,19 dollari, con un modesto aumento del 3,6%.

Dopo un anno

Il primo anno della nuova GM non è stato un gran successo, poiché il prezzo delle sue azioni è sceso del 28,7% a 23,57 dollari.

E adesso?

Undici anni dopo la sua IPO, GM ha recuperato bene, anche se il titolo ha avuto i suoi alti e bassi. General Motors è un classico titolo ciclico e ha toccato il fondo all'inizio della pandemia, quando il 18 marzo 2020 è sceso a 16,8 dollari, quasi la metà del suo prezzo di IPO. Oggi, le cose vanno meglio e, grazie all'eccezionale rally che stiamo vivendo, GM ha decisamente recuperato il suo capitale. Ha infatti raggiunto 58,62 dollari, con una crescita oltre il 77% dal suo prezzo di introduzione.

Visa, pagami se puoi: 15.8 miliardi di euro

Chi è?

Apri il tuo portafoglio. Cosa vedi? Un vecchio biglietto della metropolitana, una banconota da 5 euro accartocciata, uno scontrino del supermercato datato 14 aprile 2019 e una carta di credito. E c'è una buona probabilità che sia emessa dalla compagnia di carte numero uno al mondo: Visa.

Com'è andato il primo giorno?

Il 19 marzo 2008, Visa si è quotata in borsa e il prezzo delle sue azioni era di 44 dollari l’una. Poche ore dopo, alla chiusura, un'azione valeva 56,50 dollari. Un aumento del 28,4%, nonostante la crisi finanziaria del 2007-2008 fosse in pieno svolgimento. Un'operazione di successo.

Dopo un anno

Come spesso accade, l'ottimismo delle prime ore andò a scemare nei mesi successivi. Le azioni di Visa non sono mai scese sotto il prezzo dell'IPO, però sono ristagnate durante il primo anno. Nel marzo 2009, erano ancora intorno sullo stesso prezzo di un anno prima.

E adesso?

A causa della crisi finanziaria, le azioni di Visa hanno faticato a decollare. Le cose hanno iniziato a cambiare nel 2012, quando il prezzo delle azioni della società ha iniziato a salire. Nel novembre 2021 ogni azione valeva 220 dollari, un aumento del 1.900% dal suo prezzo di IPO.

I più esperti di matematica tra voi mi diranno che il 1.900% di 44 dollari non è uguale a 220 dollari, ma a 880 dollari e avete ragione. Però, il 19 marzo 2015, sei anni dopo la sua IPO, Visa ha fatto un 4-per-1 stock split. Visa ha quindi diviso in 4 le azioni esistenti in quella data. Per ogni azione che avreste posseduto prima del 19 marzo 2015, avreste ricevuto quattro azioni il cui valore sarebbe stato diviso per quattro.

Stai ancora seguendo? $220*4=$880, o il 1.900% di $44. Il prezzo è giusto.

Facebook, sorry Meta: €14.1 billion

Chi è?

Devo veramente spiegarvelo?

Com'è andato il primo giorno?

38 dollari: questo è l'importo a cui sono state vendute le azioni di Facebook il 18 maggio 2012. Alla fine della giornata, il loro valore si era mosso appena, avendo raggiunto solo la cifra di 38,23 dollari, un aumento dello 0,61%. Una vera delusione per quella che viene considerata ancora oggi la più grande IPO di una società tech.

Dopo un anno

Le cose non sono andate meglio, e Facebook ha avuto un primo anno complicato sui mercati. A metà maggio 2013, un anno dopo la sua IPO, il prezzo delle azioni della società è sceso di quasi il 31%, toccando quota 26,25 dollari.

E adesso?

Quasi dieci anni dopo il suo primo giorno di trading, le cose sono cambiate. Oggi, Facebook è uno dei più grandi titoli americani e il suo prezzo è salito alle stelle. All'inizio di novembre 2021, il valore di una singola azione era vicino ai 340 dollari, un aumento di quasi 800% rispetto al suo prezzo di introduzione.

Deutsche Telekom, lo scoppio della bolla di Internet: 11.5 miliardi di euro

Chi è?

Semplicemente il più grande fornitore di telecomunicazioni d'Europa. L'azienda tedesca, ricorderà agli appassionati di ciclismo più nostalgici anche Jan Ullrich: l'eterno rivale di Lance Armstrong sulle strade del Tour de France al volgere del secolo.

Com'è andato il primo giorno?

Deutsche Telekom, che fino al 1995 era un'azienda statale tedesca, venne quotata in borsa il 18 novembre 1996, con un prezzo di IPO di 14,30 euro. Alla fine del primo giorno di negoziazioni, il prezzo delle sue azioni raggiunse 16,67 euro, con un aumento del 16,6%.

Dopo un anno

Le azioni Deutsche Telekom non decollarono realmente durante il primo anno e rimasero ad un livello relativamente stabile rispetto al loro primo giorno di chiusura. A metà novembre 1997, un’azione valeva poco meno di 18 euro, un aumento del 25,6% rispetto al suo prezzo di introduzione.

E adesso?

L'inizio del millennio è stato un periodo turbolento per Deutsche Telekom. Dalla fine del 1998 all'inizio del marzo 2000, l'azienda fu uno dei principali beneficiari della bolla Internet. Il prezzo delle sue azioni aumentò esponenzialmente fino a raggiungere 103,5 euro: più del 600% in più rispetto. Ma la bolla scoppiò e il prezzo delle azioni di Deutsche Telekom iniziò a crollare inesorabilmente al di sotto del suo prezzo di introduzione. Il prezzo delle azioni di Deutsche Telekom non si riprese fino al 2015 e da allora non ci sono stati grandi miracoli. Oggi, un'azione della società viene scambiata al prezzo di circa 17 euro, più o meno lo stesso livello degli scambi alla fine del suo primo giorno in borsa.

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